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Di Bruno Daddi



Museo del Rinascimento
Museo delle Cere

TSi tratta di un'interessante ulteriore attrattiva che si aggiunge alle nutrite già esistenti a Firenze; attrattiva che interessa non solo i turisti di passaggio, ma anche i fiorentini - specialmente i ragazzi - e tutti avranno così modo d'immergersi in quella suggestiva fantasmagorica atmosfera rinascimentale che tanto lustro ha dato alla nostra città. Sede dei Museo è Piazza Santa Croce n.12, in uno storico palazzo del Trecento, in una zona particolarmente ricca di vita. Qui occorre una premessa; dobbiamo in effetti notare che in questa nostra vita così frenetica, tanto intensamente vissuta, senza neppure un attimo di respiro non troviamo il più delle volte né il tempo, né addirittura la voglia di pensare, di dare sfogo alla nostra fantasia. Da qui il predominio delle immagini sulle parole, addirittura sullo scritto - non per nulla gli italiani leggono poco - e l'incalzante predominio della televisione così ricca d'immagini e tutte le altre che affollano non solo i cartoons ma anche i giornali e reviste. Partendo da questo presupposto Filippo Pananti, figlio nel noto gallerista Piero, Filippo Pananti dicevamo, il quale fino da piccolo ha vissuto in mezzo alle immagini date dai quadri della galleria paterna, ha deciso di dare vita a quello che è stato denominato: "Museo del Rinascimento - Museo delle Cere" e che pone i visitatori di fronte alle figure dei Grandi del passato che hanno vissuto e operato in Firenze e Toscana, ovvero che hanno avuto con noi rapporti e contatti. La iniziativa consente di non scervellarsi più di tanto per immaginare quale era il diadema che ornava i cappelli di Caterina de' Medici , poi regina di Francia, il giorno delle nozze e le sue fattezze; come vestiva l'altera Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I , ovvero come era la figura d'allocco di Calandrino così gustosamente descrittaci da Boccaccio in alcune novelle del Decameron ed ancora come si svolse la famosa sottomissione dello scomunicato Enrico IV di Sassonia al sommo pontefice Gregorio VII, nel castello di Canossa alla presenza della potente Matilde di Toscana? Ed è proprio con questo episodio che risale al 1077 che si apre la carrellata di personaggi la quale percorre sette secoli di vita cittadina e si conclude con la nobile figura di un'altra donna alla quale Firenze ed il mondo intero devono moltissimo: Anna Maria Ludovica de' Medici, la famosa Elettrice Palatina scomparsa nel 1743 la quale dispose con testamento che gli innumerevoli beni della famiglia Medici andassero allo Stato di Toscana con la precisa clausola che nessun oggetto fosse portato via da Firenze e che le preziosissime raccolte accumulate nel corso dei secoli da illuminati meceneti, venissero messe a disposizione del pubblico di tutto il mondo; e così noi oggi abbiamo gli Uffizi e la Galleria Palatina e non solo quelli. Questa l'essenza del nuovo Museo; ma Filippo Pananti vissuto sino da piccolo in mezzo ai dipinti, ha voluto fare di più, ancora di più; infatti per la raffigurazione dei soggetti in esposizione, tutti a grandezza naturale, si è riferito a precise fonti iconografiche quali: miniature, mosaici, dipinti, autoritratti, opere di artisti famosi come: Masaccio , Filippo e Filippino Lippi , Paolo Uccello , Botticelli , Piero della Francesca , Ghirlandaio , Leonardo , Santi di Tito, Bronzino, Rosso Fiorentino ...nonché ad autori di grande rilievo: Dante , Boccacco , Vasari. Una cinquantina i personaggi in esposizione, selezionati fra tre volte tante, destinati comunque ad incrementarsi nel tempo; personaggi che hanno costellato la vita di Firenze e della Toscana, da San Miniato - primo ed unico martire fiorentino - a Giotto , da Brunelleschi a Ghiberti che ebbero fra loro ripetuti contrasti; un pittoresco corteo riscostruito sulle tracce del famoso Cassone degli Adimari, Leonardo che ritrae la bellissima Monna Lisa del Giocondo, Dante che incontra la sua Beatrice, Lorenzo dei Medici con il suo antagonista Girolamo Savonarola e la congrega di saggi che operava all'ombra del Magnifico e tutti ripresi in atteggiamenti di vita vissuta, come Michelangelo intento a decorare la Cappella Sistina ed il Cellini impegnato nella difficile fusione del Perseo. Ma perché insistere, indugiare su di un'arida elencazione di nomi ancorché illustri; quello che conta è immergersi nell'atmosfera che pervade il Museo allestito con criteri squisitamente scenografici da Elena Mannini la quale, pur giovane, ha alle spalle l'esperienza accumulata in centinaia di spettacoli mandati in scena sia in Italia che nelle principali città europee da Parigi ad Amsterdam, da Berlino a Bruxelles, validamente coadiuvata dal fratello Armando da tempo suo fattivo collaboratore ed impegnato anche nel cinema e nella televisione. Essi si sono avvalsi per la consulenza storica di Maria Alberti mentre le musiche di sottofondo, che sottolineano le scene più caratteristiche, sono di Gianni Dall'Orto il quale le ha adattate ad un celebre canzone di Macchiavelli "io spero e lo sperar cresce il tormento". Ma la visita del Museo non è certo un tormento, sibbene piacere e godimento. Orario del Museo: 10-19 tutti i giorni, domeniche e festivi inclusi. Ingresso L. 12.000 (ridotti L. 10.000).


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