Il Palazzo della Signoria
Il Palazzo della Signoria - o Palazzo Vecchio - come lo vediamo oggi
è il frutto di almeno tre fasi costruttive succedutesi nell'arco
dei secoli XIII-XVI: il palazzo di Arnolfo,
col fronte sulla piazza, accanto alla Loggia
dei Lanzi, le prime modifiche apportate
ancora in epoca repubblicana e infine
la ristrutturazione vasariana, successiva
alla presa di potere da parte di Cosimo
I de' Medici, che vi si trasferì con tutta la famiglia.
Dal 1565 il ruolo esclusivo di Palazzo Vecchio come rappresentanza
politica della città verrà meno per tre secoli, sostituito
in parte dagli Uffizi e dalla nuova reggia
di Palazzo Pitti, ma riprenderà
vigore alla fine del secolo scorso: nel 1848, cacciati i Lorena,
sarà la sede del governo provvisorio dell'Italia Unita e
nel 1865-71, durante gli anni di Firenze capitale del regno d'Italia,
ospiterà la Camera dei Deputati (il Senato troverà
posto nei contigui Uffizi, collegati attraverso un cavalcavia su
via della Ninna). Dal 1872, infine, tornerà ad essere sede
del Comune.
Benchè il palazzo ospiti oggi gli uffici del Comune, resta
comunque in gran parte visibile. Sono accessibili al pubblico il
Salone dei Cinquecento, lo Studiolo di Francesco I e i quattro
appartamenti monumentali: il Quartiere degli Elementi, il Quartiere
di Eleonora di Toledo, la Residenza dei Priori e il Quartiere di
Leone X, dove sono oggi le stanze di rappresentanza del sindaco
e della giunta che governa la città. Il Salone dei Dugento è tornato
a ospitare le sedute del consiglio comunale e perciò non
sempre è aperto al pubblico.
Quartiere di Leone X
Raramente visibili sono poi la raccolta di strumenti musicali (in via di trasferimento al Conservatorio "Luigi Cherubini", dove sarà collegata con le contigue sale del Museo dell'Accademia) e la Collezione Loeser, situata al mezzanino. Qui è stata esposta per alcuni anni anche la Collezione Siviero, formata per lo più da opere trafugate dai nazisti durante l'ultima guerra e poi recuperate.