Il complesso museale di Palazzo Pitti, formatosi in cinque secoli di storia, è sicuramente il più vasto della città (32.000 metri quadri il solo edificio). E forse è anche il più affascinante e completo per l'ampiezza e la varietà dei temi, storici, artistici e naturalistici, che offre alla curiosità del visitatore. Il percorso inizia da piazza Pitti, da poco ripavimentata ripristinando il disegno del XVIII secolo: tre strade in pietra (l'asse centrale e i due laterali) e, negli spazi restanti, un impasto cementato di pietra forte, simile a uno sterrato, il cui colore caldo richiama ed esalta la facciata della reggia. Da qui si può ammirare la mole possente ma longilinea del palazzo, servito da modello a Maria de' Medici regina di Francia (1573-1642) per la costruzione del suo palazzo parigino del Louxenbourg. Progettato in forma quadrata da Filippo Brunelleschi verso il 1440 per il mercante Luca Pitti, l'edificio fu acquistato dai Medici nel 1550, sotto il regno di Cosimo I, e da questo momento ampliato da Bartolomeo Ammannati (è suo lo straordinario cortile), da Giulio e Alfonso Parigi (che fra il 1620 e il 1640-50 portarono la facciata alle dimensioni odierne) e, in epoca lorenese, dagli architetti Giuseppe Ruggeri, Gaspare Maria Paoletti e Pasquale Poccianti, che aggiunsero le due ali laterali che abbracciano la piazza (dette Rondò) e la Palazzina della Meridiana. Spostando l'attenzione oltre i tetti del Palazzo, lo sguardo di alza verso il Giardino di Boboli, disteso per 320.000 metri quadri sui fianchi della collina omonima, ricco di grotte, fontane e statue. Ancora più in alto, dietro i bastioni costruiti da Michelangelo durante l'Assedio di Firenze (1529), chiude la collina di Boboli l'elegante palazzina del Forte Belvedere, o Forte di San Giorgio, ideato da Bernardo Buontalenti (1590-1600) a scopi difensivi ma utilizzato soprattutto come cassaforte per il tesoro mediceo.
Buontalenti, Forte del Belvedere
Fra palazzo e giardino si contano poi ben otto raccolte museali diverse. Innanzi tutto la Galleria Palatina (25 sale), pinacoteca "privata" della casa regnante dovuta al collezionismo mediceo-lorenese e non certo inferiore agli Uffizi per la qualità dei dipinti esposti (circa un migliaio). E poi la Galleria d'arte moderna (30 sale), con 2.000 opere del Sette-Ottocento fra cui il fondamentale nucleo dei Macchiaioli, e il Museo degli Argenti, che conserva i preziosi vasi appartenuti a Lorenzo il Magnifico e numerosi oggetti di oreficeria fiorentina e tedesca. E ancora la Galleria del Costume, di recente fondazione; il Museo delle Porcellane, con serviti da tavola di Meissen, Doccia, Vincennes, Sèvres (nel Casino del Cavaliere in Boboli); il Museo delle Carrozze; i dipinti della Collezione Contini-Bonacossi (in via di trasferimento agli Uffizi).
Galleria Palatina, Sala di Venere
Infine, gli Appartamenti monumentali, nell'ala destra del piano nobile, il cui allestimento conserva parte degli arredi seicenteschi ma porta soprattutto l'impronta del breve soggiorno di Vittorio Emanuele II di Savoia (vedi la Sala del trono) negli anni in cui Firenze fu capitale del Regno d'Italia (1865-71). La visita ai musei e agli appartamenti (circa 140 ambienti) consente poi di ammirare gli affreschi delle sale, realizzati per lo più fra il 1608 e il 1706 da artisti come Bernardino Poccetti, Alessandro Allori, il Volterrano, Giovanni da San Giovanni, Pietro da Cortona, Ciro Ferri, Salvator Rosa, Anton Domenico Gabbiani e Sebastiano Ricci. Uscendo dal Palazzo e proseguendo per via Romana si incontra infine (al numero 17) il Museo della Specola, già osservatorio astronomico e, dal 1775, sede delle raccolte naturalistiche granducali. E' noto in particolare per il 1.400 esemplari di cere anatomiche modellate dallo Zumbo e da Clemente Susini (1775-1814).