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Giardino di Boboli, Anfiteatro
Contemporaneamente ai lavori di ingrandimento di Palazzo Pitti, iniziati nel 1550 subito dopo l'acquisto da parte dei Medici, nasceva e cresceva anche il parco retrostante l'edificio, scenograficamente disposto lungo il pendio della collina di Boboli (320.000 metri quadri) e accessibile anche dalla piazza. Il nome deriva probabilmente dalla famiglia "Borgoli" o "Borgolini", che possedeva case e terreni in questa zona d'Oltrarno contigua a Santa Felicita. Ma fu dalla famiglia De' Rossi che, nel 1418, Luca di Bonaccorso Pitti acquistò l'area e la fattoria che vi sorgeva.
La fama del Giardino di Boboli nasce comunque con i Medici, che chiamano a progettarlo Niccolò Pericoli, detto il Tribolo, artista che già aveva dato prova delle sue qualità realizzando i giardini delle ville medicee di Castello e della Petraia. Fra il 1550 e il 1558, anno in cui muore, il Tribolo crea in Boboli il suo capolavoro di "architettura verde".
Modello per tutti i giardini reali d'Europa compreso Versailles, il parco viene subito arricchito dalle invenzioni manieriste del Buontalenti (ad esempio la Grotta Grande), dalle fontane e dalle statue di Ammannati, Giambologna e Tacca e infine completato da Giulio e Alfonso Parigi (1631- 1656). I due architetti, padre e figlio, realizzano l'Anfiteatro in pietra, sede privilegiata di celebri spettacoli, il viale detto "Viottolone" e il piazzale con la vasca dell'Isolotto. Gli ultimi inserimenti, come il Kafeehouse (1774-76), il Prato delle Colonne (1776) e la Limonaia (1785), si devono ai Lorena, che nell'Ottocento trasformano poi alcune zone secondo il nuovo gusto romantico del "giardino all'inglese".
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La Vasca dell'Isolotto
Dal 1776, per volere di Pietro Leopoldo, il giardino viene aperto al pubblico. Sulla sommità della collina, vicino al Forte Belvedere, è il Giardino del Cavaliere, luogo appartato e segreto nella cui Palazzina ha sede oggi il Museo delle Porcellane.