Convento e Chiostri
C'era poi da far spazio a due scuole distinte: quella per laici e quella teologica (lo Studio Generale dell'Ordine) dove avrebbero studiato Dante e Giovanni de' Medici, poi papa Leone X, e dove avrebbero insegnato fra' Luca Pacioli, primo divulgatore di matematica algebrica, e i futuri pontefici Sisto IV, Sisto V e Clemente XIV.
E c'era da ospitare la Biblioteca, iniziata verso la metà
del '200 da fra' Guido della Frassa copiando e raccogliendo codici
e ritenuta quattro secoli dopo inferiore solo alla Biblioteca
Mediceo-Laurenziana in San Lorenzo: per capirne la ricchezza
basta pensare che, dopo lo smembramento avvenuto nel secolo scorso,
il solo fondo dei codici manoscritti finito alla Biblioteca Nazionale
conta ben 781 "pezzi".
Il Convento aveva dunque bisogno
di trovare nuovi spazi. E allora si riadattano le strutture del
Duecento e poi se ne edificano altre, sempre più grandi,
intorno al primo chiostro, poi intorno al Chiostro Grande (disegnato
dal Brunelleschi)
e ancora sul retro della chiesa. Qui lo scarso sviluppo della parte
absidale, dovuto alla semplice forma a "T" della pianta
(un richiamo alla Croce su cui è morto il Cristo), permetteva
di avere a disposizione ampi spazi su cui costruire ma anche da
utilizzare per orti e giardini.
Ex dormitorio del Convento
Di questa zona antica si può avere oggi una visione suggestiva
entrando dal cancello di via San Giuseppe (numero 5/r), che immette in
un'area verde da cui osservare l'abside della basilica e alcuni ambienti
conventuali. Fra questi l'edificio anticamente adibito a dormitorio e
da molti anni usato come sede della Scuola del cuoio.
Fin dai primi tempi della Repubblica si
contava infatti a Firenze l'Arte dei Vaiai e Pellicciai, settima ed ultima
fra le Arti Maggiori che partecipavano al governo cittadino. Impegnati
in continui traffici con l'Oriente e con il nord Europa, i Vaiai importavano
oltre venti qualità di pelli diverse. Erano pelli di animali pregiati,
acquistate grezze e poi conciate e finemente lavorate dagli artigiani
fiorentini che le trasformavano - oggi come allora - in lussuosi capi
di abbigliamento maschili e femminili. Il loro stemma consisteva in un
riquadro azzurro con l'Agnus Dei (in alto a sinistra) in campo bianco
e nero "a vaio".
Stemma dei Vaiai
Entrando nei locali della Scuola del Cuoio dalla parte del giardino
si percorre un lungo corridoio dove si aprivano un tempo le austere celle
dei frati, oggi identiche nella struttura ma trasformate in laboratori
e stanze da esposizione e vendita dei prodotti finiti. In fondo al corridoio,
una sala più ampia con un grande camino in pietra serena decorato
da uno stemma mediceo ci fa capire che siamo nei pressi della zona costruita
grazie al mecenatismo di Cosimo
"il Vecchio" de' Medici.
Se infatti concludiamo questa visita "controcorrente"
proseguendo oltre il piccolo cortile su cui affacciano le celle ci ritroviamo
nel corridoio che dal transetto destro della Basilica porta alla sacrestia
e alla Cappella del Noviziato: una chiara e serena architettura creata
per Cosimo da Michelozzo,
suo architetto prediletto, intorno al 1445.
Museo di S.Croce, Refettorio
Del Convento facevano parte anche i locali che oggi ospitano il Museo di Santa Croce, fra cui il Refettorio col grande affresco di Taddeo Gaddi e la Cappella Cerchi voluta dalla Beata Umiliana (forse la parte più antica di tutto il complesso), mentre la Cappella Pazzi fungeva da Aula Capitolare. Il primo chiostro, quello raggiungibile da piazza Santa Croce, fu invece sede fino al 1782 del Tribunale dell'Inquisizione, meno severo - si dice - di quello dei "rivali" domenicani in Santa Maria Novella.