Scultore, architetto e fonditore
1396-1472
Discepolo del Brunelleschi e del Ghiberti, architetto di fiducia dei Medici e collaboratore di Donatello. Nel 1420, col Ghiberti, lavora a Orsanmichele ed alla Porta Nord del Battistero. In seguito, con Donatello, esegue una nicchia esterna per Orsanmichele (1423 ca.), il sepolcro dell'Antipapa Giovanni XXIII nel Battistero e la tomba Aragazzi a Montepulciano. La sua opera maggiore, sempre in collaborazione con Donatello, è il Pulpito esterno del Duomo di Prato (1435-38). Ma le sue capacità si rivelano in pieno quando Cosimo il Vecchio gli affida il rifacimento della Chiesa e del Convento di San Marco (1436-43), da poco passati ai domenicani: qui, sotto l'influenza del Brunelleschi, realizza la sacrestia e trova nuove soluzioni formali per il Convento (corridoio delle celle) e per la biblioteca, uno degli ambienti più caratteristici dell'architettura rinascimentale.
Palazzo Medici Riccardi
Cortile interno
Segue la commissione per il Palazzo Medici (1444), la nuova casa che
Cosimo il Vecchio vuole erigere in via Larga per la sua famiglia e che,
secondo i principi che regolano la sua vita pubblica, non deve essere
così ricco e sfarzoso da suscitare l'invidia dei concittadini,
sempre pronti alla critica. Il progetto di Michelozzo è quindi
preferito a quello del Brunelleschi e costituirà per un secolo
intero la tipologia del palazzo fiorentino.
Edifica anche la Cappella del Noviziato in Santa
Croce, il Tabernacolo o Cappella del Crocifisso di San
Miniato al Monte (1448) voluto da Piero dé Medici per conservare il
crocifisso miracoloso di San Giovanni Gualberto, e ristruttura le ville medicee
di Cafaggiolo (dopo il 1451) e Careggi (1457 ca.), dove reinterpreta con qualche
ironia il castello medievale.
Partecipa come capomastro alla costruzione del Duomo e
lavora anche all'edificazione dell'Atrio, del Chiostro e della Cupola dell'Annunziata. Il suo linguaggio architettonico,
elegante ma sobrio, riempie Firenze e ne fa un divulgatore delle problematiche
brunelleschiane.