Particolare della facciata
Il rivestimento della facciata di Santa Maria Novella,
in marmo bianco e nero, è forse il più
bello fra quelli delle chiese fiorentine. La parte bassa, fino al
primo cornicione, risale alla prima metà del Trecento: imita
il rivestimento romanico del Battistero ma mostra
il gusto gotico nella forma a cuspide dei sei avelli (arche tombali)
e delle due porte laterali. La parte superiore e il portale maggiore
sono invece opera squisitamente rinascimentale di Leon
Battista Alberti, chiamato un secolo dopo (nel 1456) dal ricco
banchiere Giovanni di Paolo Rucellai a terminare la facciata rimasta
incompiuta per mancanza di soldi. L'Alberti riprende il progetto
e lo integra con grande armonia sviluppando in senso classico gli
elementi medievali già esistenti.
Vista frontale della Basilica
Poi completa il tutto con un timpano triangolare e inventa due volute laterali, stupendamente intarsiate, per nascondere gli spioventi del tetto delle navate laterali. È un espediente che ritroviamo nella facciata di Santo Spirito e che sarà poi ripreso con frequenza nell'arte barocca. Sotto il timpano, domina Basilica e piazza una scritta a caratteri cubitali con il nome del Rucellai, grande mecenate del Rinascimento fiorentino, e l'anno di completamento dei lavori: il 1470. Sulla facciata si notano infine due apparecchi astronomici aggiunti nel 1572-74 dallo studioso domenicano Egnazio Danti: una sfera armillare (a sinistra) e un quadrante marmoreo (a destra) che segnalano perfettamente equinozi e solstizi.