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di Susan Glasspool



Giovinezza di Michelangelo

In una irripetibile mostra, per la prima volta sono raccolti i capolavori che costituiscono il corpus attualmente noto delle opere giovanili di Michelangelo accompagnate, nelle due sedi espositivi di Palazzo Vecchio e di Casa Buonarroti, dalle opere degli artisti protagonisti a Firenze in quegli stessi anni, da Botticelli a Verrocchio, da Bertoldo, a Piero di Cosimo ai Della Robbia. La mostra è anche occasione per illuminare il percorso michelangiolesco a Firenze che comprende non solo le opere che pur non muovendosi, per impossibilità, dai musei che le ospitano, appartengono concettualmente agli anni di giovinezza di Michelangelo, Il Bacco del Bargello, il Tondo Doni degli Uffizi, il David dell' Accademia, ma anche il complesso delle opere michelangiolesche ospitate a Firenze, dai Prigioni, alle Tombe Medicee, alla Pietà dell' Opera del Duomo.

Le opere della maturità di Michelangelo sono immagini emblematiche dell'arte occidentale. Sulle opere giovanili dell'artista, invece, sappiamo fino troppo poco. Molte sono andate perdute; lo stesso artista ha sistematicamente cancellato le tracce dei suoi primi tentativi come strategia nell'autocreazione del mito della proria identità come "enfant prodige", che non ha avuto maestri e compare sulla scena tutt'a un tratto, perfettamente formato: un mito che diventerà canone grazie alle biografie di Condivi e di Vasari. L'importante mostra fiorentina del 1992, Il giardino di San Marco, e la mostra alla National Gallery di Londra nel 1994, hanno dato nuova concretezza storica ad alcune opere attribuiti a Michelangelo. Nel 1996 si presentò sulla scena una statuetta, in apparenza "poco michelangiolesca", che studiosi attribuiscono al periodo del giardino di Lorenzo il Magnifico. Grazie alla generosità di musei e chiese d'Italia, d'Europa e gli Stati Uniti, la mostra, Giovinezza di Michelangelo ha un significato più ampi e di diversa impostazione scientifica.


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