Scultore e architetto
Siena 1280 ca. - Napoli 1337
Figlio di architetto, lavora principalmente a Siena e a Pisa (1312-1315), dove in quegli anni sono aperti i cantieri delle due basiliche maggiori. Nel Duomo di Pisa lascia il sepolcro di Arrigo VII di Lussemburgo. La battaglia di Montecatini (1315), che lo vede combattere tra le file dei guelfi contro i pisani, segna il suo forzato ritorno a Siena: qui, per cinque anni, è capomastro del Duomo insieme al padre (monumento funebre del cardinal Petroni, 1317-18). Segue un breve periodo a Firenze (Monumento al vescovo Orso in Santa Maria del Fiore) e infine Napoli, dove l'artista è al servizio di re Roberto d'Angiò dal 1324 alla morte (fra gli altri, monumenti funebri della regina Maria d'Ungheria in Santa Maria Donnaregina, 1325, e di Caterina d'Austria in San Lorenzo Maggiore).
Allegoria della Carità,
Museo
Bardini
Come architetto lavora all'arsenale, al porto e alla certosa di San Martino, ma cuore della sua attività sono soprattutto i monumenti funebri. L'artista rinnova il genere affrancandosi dallo schema gotico formulato da Arnolfo e trovando una elaborazione più ricca, ispirata alla contemporanea pittura senese (Ambrogio Lorenzetti) e quasi in contrasto con la scultura di Giovanni Pisano, che negli stessi anni cerca nuove soluzioni ma attraverso un plasticismo scarno e convulso. L'influenza dei modelli di Tino di Camaino sarà enorme, non solo in Toscana ma in tutto il Mezzogiorno.