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PIEVI |
La pieve di S.Pietro a Ripoli, appena usciti da Firenze, mostra un piccolo portico trecentesco originariamente sormontato da due statue rappresentanti i Santi Pietro e Paolo, ora all'interno della chiesa. Nel XIV secolo la famiglia Lupicini, patrona della Pieve, commissiono', probabilmente a Pietro Nelli, l'affresco raffigurante Cristo in Pietà fra i simboli della Passione; sono riferiti al pittore anche il frammento di affresco con l'Annunciazione e la Croce processionale. L'arredo della Pieve e' completato da un elegante tabernacolo marmoreo della fine del XV secolo e da varie tele seicentesche addossate alle pareti fra le quali spicca una "Decollazione di S.Giovanni Battista" di Orazio Fidani.
Pieve di San Pietro a Ripoli
La pieve di S. Maria dell'Antella, all'esterno in un sobrio stile romanico, presenta all'interno notevoli modificazioni dovute soprattutto ai lavori di riammodernamento eseguiti fra il XVI e il XVII secolo. A questo periodo risalgono gli altari della navata, in pietra serena e il pulpito, del 1580; seicentesco è il fonte battesimale marmoreo. Tra i dipinti spicca per qualità una Madonna che dona l'abito ai sette santi fondatori dell'ordine dei Servi di Maria, opera di Lorenzo Lippi firmata e datata 1660; da segnalare inoltre nell'abside una Assunzione della Vergine di Domenico Passignano, e una Crocefissione fra S.Gerolamo e S.Antonio Abate attribuita a Simone Pignoni, esempi della pittura fiorentina del XVII secolo. La terracotta policroma raffigurante una Madonna in trono dei primi del Cinquecento e' attribuita a Benedetto Buglioni.
Pietro Nelli, Cristo in
Pieta' tra i simboli della
Passione, pieve di
San Pietro a Ripoli
La pieve di S.Donnino a Villamagna e' nota per le importanti opere d'arte che si trovano al suo interno. Nel 1395 Mariotto di Nardo dipinse, probabilmente per l'altare maggiore, il trittico raffigurante la Vergine col Bambino con angeli e dodici santi fra i quali compaiono il santo titolare della pieve e il francescano Gherardo da Villamagna, nativo del posto e le cui spoglie riposano entro un'urna nella chiesa. Le medesime figure, inginocchiate, ritornano anche ai lati della Madonna, nel dipinto riferibile al terzo decennio del XVI secolo, di Francesco Granacci, pittore originario di Villamagna. La pieve conserva anche una pala d'altare con la Madonna in trono e i Santi Giovanni Battista, Nicola, Michele Arcangelo e Donnino, opera di salda impostazione rinascimentale della scuola del Ghirlandaio, mentre alla testata della navata destra è stata rinvenuta la sinopia di un affresco quattrocentesco raffigurante la Vergine in trono fra angeli, lavoro di un pittore della bottega di Lorenzo di Bicci, il cosìdetto Maestro di Signa.
Pieve di San Donnino
a Villamagna
CHIESE |
Già documentata nel XII secolo, la chiesa parrocchiale di Vicchio di Rimaggio è costituita da un'unica navata ed è sormontata all'esterno da un alto campanile decorato con statue, frutto dei rifacimenti settecenteschi; in facciata, un porticato con ornamentazioni neo-gotiche. All'interno recenti restauri hanno recuperato parte della decorazione tardo-trecentesca ad affresco condotta dal pittore fiorentino Cenni di Francesco, al quale sono dovuti i frammenti raffiguranti "L'entrata delle anime in Paradiso" e "S.Francesco che riceve le stigmate" oltre che la tavola con lo Sposalizio mistico di Santa Caterina. Immagine venerata e vivo oggetto di culto fin dai tempi remoti è poi la Vergine in trono col Bambino, tavola databile ai primissimi anni del XIV secolo di un anonimo pittore denominato appunto "Maestro di Vicchio di Rimaggio" la cui cultura, ancora legata a moduli duecenteschi, sembra rinnovarsi sotto lo stimolo della pittura di Giotto.La chiesa di Vicchio conserva anche due notevoli tabernacoli in pietra serena, lavori di maestranze toscane della seconda metà del XV secolo, uno dei quali destinato ad accogliere un frammento della Santa Croce, ancora chiuso dall'originale sportello in rame che reca incisa la figura di S.Elena, alla quale si deve, secondo la tradizione, il ritrovamento della preziosa reliquia.
Cenni di Francesco,
Matrimonio mistico
di Santa Caterina,
chiesa di San Lorenzo
a Vicchio
La chiesa di S.Andrea a Candeli era un'antica Badia benedettina passata ai camaldolesi nel 1130 e poi possesso vallombrosano a partire dal 1526. L'edificio fu completamente riedificato nel 1735-1736 su progetto di Vittorio Barbieri, che realizzò un'unica navata dotata di profonde cappelle laterali. All'interno si trova una tavola con la Madonna col Bambino, opera della prima metà del XV secolo di Bicci di Lorenzo, principale esponente di una tendenza artistica volta ad armonizzare tradizioni iconografiche e compositive trecentesche con le novità rinascimentali.
La chiesa di S.Giorgio a Ruballa, le cui vicende sono strettamente legate alla famiglia Bardi, patrona della chiesa fin dal XIV secolo, sorge nei pressi dell'Osteria Nuova. Ai Bardi si deve il fastoso rifacimento in stile barocco che caratterizza l'interno dell'edificio, eseguito nel 1707, e poi nuovamente aggiornato nel 1863 dall'architetto Niccolò Matas. Segni evidenti dell'antico prestigio e dell'importante patronato sono i due dipinti trecenteschi che ancora si conservano in chiesa, il solenne Crocifisso dolente, opera matura di Taddeo Gaddi, e l'importante Madonna col Bambino e angeli fra S.Giorgio e S.Matteo, tavola datata 1336 e riferita variamente a Maso di Banco, Bernardo Daddi o al giovane Orcagna.
Non distante si eleva la chiesa di S.Quirico a Ruballa, già esistente nel XIII secolo ma rifatta modernamente, che conserva al suo interno una delicata Madonna con Bambino e S.Giovannino dei primi del Cinquecento attribuita a Domenico Puligo ed un Crocifisso dipinto della prima metà del Trecento.
Chiesa di San Giorgio a
Ruballa, presso
Osteria Nuova
Le prime notizie della chiesa di S.Martino a Strada o ai Cipressi, risalgono all' XI secolo. Il restauro compiuto all'inizio del secolo l'ha ricondotta alla semplicità medievale, riportando alla luce anche i frammenti di affreschi Tre-Quattrocenteschi conservati all'interno dove rimane un dipinto con la Vergine in trono e santi della fine del XV secolo, opera recentemente attribuita a Andrea Verrocchio. L'edificio, in pietra, è preceduto da un piccolo loggiato sostenuto da eleganti colonne in pietra serena. Accanto alla chiesa è ubicata la Compagnia, fondata nel 1535 e dedicata alla Vergine, dove si trova una Madonna del Rosario, lavoro firmato da Lorenzo Lippi e datato 1658.
Maestro di San Quirico
a Ruballa, Crocifisso,
chiesa di San Quirico
a Ruballa
Altre chiese, di fondazione medievale ma radicalmente ristrutturate in epoca moderna, contengono importanti opere d'arte.
La chiesa di S.Maria a Quarto conserva una Madonna con Bambino, datata 1391 e firmata da un pittore di nome Francesco nella cui predella compare l'insolita raffigurazione di Cristo in cattedra che insegna ai Priori fiorentini, cioè alla Signoria di Firenze. Dietro l'altar maggiore è un trittico a fondo oro, formato da una Madonna in trono di Bicci di Lorenzo, opera della metà del XV secolo, e dai Santi Bartolomeo e Lorenzo, tavole più antiche di scuola fiorentina della metà del Trecento, assemblati in epoca successiva.
A Paterno, nella chiesa di S.Stefano, si conserva un bellissimo Crocifisso dipinto caratterizzato dall'intensa drammaticità della figura, opera della fine del XIII secolo di un seguace di Cimabue, chiamato convenzionalmente "Gaddo Gaddi". Sempre in S.Stefano rimane un altare composto da frammenti architettonici duecenteschi, fra i quali spiccano alcuni capitelli scolpiti raffiguranti teste di uomini e animali.
La chiesa di Santa Maria
a Quarto
La chiesa di S.Giusto a Ema accoglie un'interessante pala con la Madonna in trono fra i santi Antonio abate e Barbara opera dei primi del Cinquecento del Maestro di Serumido, dono dei marchesi Niccolini proveniente dalla Chiesa di S.Procolo a Firenze.
Nella chiesa di S.Andrea a Morgiano, nei pressi della Capannuccia, è una Crocefissione, datata 1595 e firmata dal pittore Cosimo Daddi, che ha mantenuto anche l'originale cornice decorata con gli stemmi delle famiglie Galli-Tassi e Strozzi, probabili committenti dell'opera. Nella stessa chiesa si può ammirare anche un trittico a fondo oro con la Vergine e i santi Francesco e Antonio abate, opera di scuola fiorentina della fine del Trecento attribuita al Maestro del 1399, e una Madonna in terracotta policroma dei primi del XVI secolo.
Nella piccola chiesa di S. Tommaso a Baroncelli, situata in una posizione panoramica, di foggia trecentesca, si trova un affresco con l' Annunciazione, di scuola fiorentina della meta' del Quattrocento.
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