di Nicola Speroni
a cura del Florence Concierge Information

"Lorenzo" il pronipote di "Lucy"

Il 12 dicembre scorso, nella parte eritrea della Dancalia, è stato scoperto "lorenzo". Cos" è stato soprannominato il cranio di un ominide, di due milioni di anni fà, probabilmente appartenente ad una delle forme più arcaiche di homo erectus fino ad oggi ritrovate. L'eccezionale scoperta è stata fatta da un gruppo di studiosi del dipartimento di scienze della terra dell'Università di Firenze, sei geologi (E.Abbate, M.Sagri, P.Bruni, M.Benvenuti, M.Papini, P.Ghetti), e quattro paleontologi (A.Azzaroli, G.Ficcarelli, L.Rook, D.Torre). La scoperta non è stata casuale: era da tempo che gli scienziati fiorentini pensavano di poter trovare qualcosa di interessante in quella zona, anche se ciò può apparire strano. Infatti, anche se ai giorni nostri la Dancalia è uno dei posti più inospitali della terra, visto che si raggiungono facilmente i 50 C ed è per la quasi totalità una regione desertica, a quei tempi doveva essere una specie di paradiso terrestre con laghi e una vegetazione molto ricca. Sia graffiti che fossili ci spingono a pensare che la vita dell'uomo sia nata proprio in questa parte dell'Africa, la Dancalia. Questa regione ha una superficie di cinquantamila chilometri quadrati, è bagnata dal Mar Rosso ed è divisa fra Eritrea, Etiopia e Gibuti. Il cranio di Lorenzo è stato scoperto da Lorenzo Rook in sedimenti lacustri Pliocenici il che ha potuto dare una prima approssimativa datazione. Il nome "Lorenzo" è stato dato in onore del suo scopritore ed anche per dare un collegamento romantico, di ispirazione manzoniana, con la sua "pro zia" Lucy di un milione e mezzo di anni più vecchia, scoperta in Etiopia, da dei geologi americani, negli anni settanta. Le spedizioni del dipartimento di scienze della terra di Firenze in Africa orientale sono diventate ormai una tradizione. Infatti a partire da Giotto Dainelli, negli anni trenta, per passare a G.Merla, negli anni sessanta, fino agli studiosi dei giorni nostri, sono stati molti i viaggi a scopo scientifico in Eritrea, Etiopia ed in tutto il " Corno d'Africa". Tutte queste spedizioni hanno portato alla compilazione di moltissime pubblicazioni, cartine geologiche e topografiche. Inoltre nella facoltà aleggia un certo "mal d'Africa", e professori e studenti, appena possono, cercano di farsi spedire da quelle parti. Per tornare al nostro "lorenzo", precisiamo che, insieme al cranio, sono stati trovati anche una mascella, parte del bacino ed una falange sinistra. Comunque il cranio è di per se eccezionale : oltre al fatto che la nuca misura diciotto centrimetri, straordinario è lo stato di conservazione della parte neurale del cranio, che permetterà di ottenere un modello del cervello e quindi di confrontare questo cranio con quello di altri ominidi. Questa spedizione, come del resto tutte quelle che si svolgono in Africa, è stata abbastanza avventurosa. Si sono fatti accampamenti in posti molto inospitali, col rischio, fra l'altro di incontrare animali feroci o pericolosi. Inoltre i nostri scienziati hanno vissuto in condizioni sanitarie e igieniche molto precarie. Ma sono proprio queste difficoltà a rendere questi viaggi affascinanti e a riportare le persone che vi partecipano ad apprezzare il reale valore della vita. Ora si aspetta con trepidazione l'arrivo dei reperti che dovrebbero pervenire al Museo Paleontologico di via La Pira 4, grazie ad un intesa col governo eritreo. Qui saranno condotti esami di tipo radiografico, analisi computerizzate e misurazioni del cervello. Dopo queste analisi i reperti saranno esposti nel museo e saranno visibili a tutti. Cosi tutti ne sapremo di più sul nostro passato e su come ci siamo evoluti.

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