A cura dell'Ufficio Stampa Biennale di Firenze


La prima Biennale di Firenze dedicata al rapporto fra l'universo della moda e le arti visive

Il prossimo 21 settembre si aprirà la prima Biennale di Firenze dedicata al rapporto fra l'universo della moda e le arti visive, la cultura estetica, l'architettura, il design, la fotografia, il cinema, la sociologia, il costume. Sette mostre, che "coinvolgeranno" anche tutti i grandi musei di Firenze e di Prato, dagli Uffizi alle Cappelle Medicee al Museo della Specola, indagheranno e racconteranno le contaminazioni, il vicendevole influenzarsi, i legami, i possibili scenari futuri fra arte e quell'espressione quotidiana della cultura di massa che è la moda. Pur nel suo carattere apertamente internazionale, la Biennale di Firenze potrà dare un contributo fondamentale all'immagine della moda italiana. Sviluppando la dimensione culturale della moda, questa manifestazione sottolineerà il ruolo sempre più importante che tale dimensione ha nell'attuale configurazione di un sistema produttivo apprezzato in tutto il mondo per le sue qualità tecniche e creative. Attraverso la Biennale di Firenze, il Sistema Moda italiano potrà mettersi in grado di gareggiare con Parigi, da sempre considerata l'unica capitale della cultura internazionale della moda, e stimolare una collaborazione strategica tra i diversi soggetti istituzionali e le diverse realtà che operano attualmente in Italia in modo del tutto scollegato. L'attività della Biennale di Firenze potrà anche suggerire un impegno più deciso dell'Italia nel campo della cultura, individuato come un terreno di intervento strategico in una fase in cui sempre più importante diventa il contenuto intellettuale (di ricerca, di innovazione, di tecnologia) dei prodotti e dei servizi. Un progetto ambizioso come quello di interpretare, sviluppare e presentare la cultura della moda e il suo ruolo nella creatività contemporanea, deve esprimersi in uno scenario adatto e assolutamente straordinario: Firenze, che da un lato esprime cultura ed arte e che dall'altro offre con una forza comunicativa, un'immediatezza e un'universitalità paragonabili a quelle della Moda. Consentirà tra l'altro il moltiplicarsi di iniziative prestigiose come quelle realizzate negli ultimi anni che da Firenze hanno portato il messaggio della moda in tutto il mondo. Alla Biennale di Firenze partecipano quaranta protagonisti del linguaggio delle Arti: scultori e pittori come Roy Lichtenstein e Julian Schnabel, Tony Cragg e Kiki Smith, Damien Hirst e Jan Fabre, Beverly Semmes e Rosemarie Trockel; fotografi e film makers come Inez van Lamsweerde e Bruce Weber, Nan Goldin e Joel Schumacher; musicisti come David Bowie ed Elton John e trentotto protagonisti internazionali della moda da Yves Saint Laurent a Giorgio Armani, da Yohji Yamamoto a Karl Lagerfeld, da Miuccia Prada a Jil Sander, da Vivienne Westwood sino ai giovanissimi Alexander McQueen, Rifat Ozbek e Martin Margiela. I curatori delle mostre sono Germano Celant, Bruno Corà, Martin Harrison, Katell le Bourhis, Stefania Ricci, Luigi Settembrini, Ingrid Sischy, Franca Sozzani e Pandora Tabatabai Asbaghi. Ad allestirle sono stati chiamati gli architetti Gae Aulenti, Denis Santachiara, Arata Isozaki, Adolfo Natalini e lo scenografo Pier Luigi Pizzi. In definitiva, la Biennale di Firenze, con l'impatto che avrà sulla stampa e sui media internazionale, concentrerà per tre mesi sulla città un'attenzione enorme, speciale, paragonabile per certi versi a quella che Venezia riesce a produrre in occasione delle sue biennali d'arte e del cinema. Con una fondamentale differenza, però: la Biennale è un'operazione mirata in cui la dimensione culturale, comunicativa e di immagine sarà in forte sinergia con attività industriali, commerciali e di servizio profondamente radicata e caratterizzata da una grande vitalità. La Biennale deve insomma essere intesa come un'articolazione essenziale alla promozione e allo sviluppo di questo complesso di attività.

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