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Sandro Pintus Intervista a Gerd Sander, fotografo ed erede culturale di August Sander Mr. Sander, cosa ricorda di suo nonno August? "Ricordo che mi disse di essere sempre me stesso. Ricordo anche che teneva sempre presente una frase di Goethe: 'Mi sono dato per legge: agire secondo la mia legge interiore, senza dovermi curare di come mi fa apparire, né forse di essere frainteso'". Come August Sander faceva i suoi ritratti? "Prima di fare il ritratto cercava di conoscere le persone, parlava con loro per metterli a proprio agio e faceva una serie di domande per capire chi erano. Tutti i personaggi delle foto fatte da mio nonno guardano intellettualmente il centro. E' un rapporto diretto tra il fotografo e il soggetto".
Quante immagini ci sono nell'archivio Sander? "Ci sono circa 11.000 negativi ma non dimentichiamo che nel 1945 a Colonia in un incendio ne andarono distrutti circa 40.000. A Colonia ci sono circa 4.000 stampe mentre in circolazione ce ne sono circa 1.200". Suo nonno ha documentato la società tedesca del suo tempo in un'indagine che pare più antropologico-psicologica. che storico-sociologica. E stata forse influenzata da Freud? "E' realmente un'indagine antropologica e psicologica ma non si tratta di un'indagine sui tedeschi. Ritengo invece che, anche se i visi sono dei tedeschi, ha voluto documentere i volti del XX secolo dell'Europa. La società europea, la famiglia europea, gli uomini e le donne d'Europa e i loro mestieri. Il suo lavoro non é stato influenzato da Freud bensì da Goethe che fu la sua guida spirituale durante tutta la vita". foto © August Sander Archiv/SK-Stiftung Kultur, Köln; VG Bild-Kunst, Bonn 1996. Vedi anche: "La fotografia non ha ombre" le foto di August Sander in mostra da Alinari FAN-Florence ART News a cura di Silvia Messeri & Sandro Pintus |
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