Daniele Rossi

Restauro del dipinto di
Antonio Nasini


Il dipinto Il dipinto fa da sfondo ad un crocifisso ligneo da poco restaurato e ricollocato sull'Altare del Crocifisso restaurato a Monteoliveto Maggiore, la splendida abbazia benedettina in provincia di Siena, famosa per gli affreschi del Sodoma e del Signorelli e per gli intarsi in legno del coro. La cappella dove si trova l'altare fu edificata fra il 1470 e 1471 secondo moduli rinascimentali. Nel Settecento, in estrema stagione barocca, l'ambiente fu restaurato radicalmente e il dipinto di Antonio Nasini si inserì in un progetto iconografico, sostenuto dall'Ordine benedettino, imperniato sul racconto della Passione di Cristo.


Il Beato Bernardo Tolomei adora il Crocifisso
olio su muro, cm 198,5 x 300

Il procedimento di restauro
Il dipinto è stato realizzato su intonaco di color bianco, abbastanza levigato, composto da un impasto di malta e forse gesso, steso direttamente sul muro in un'unica volta. L'opera è stata eseguita ad olio con pennellate larghe e pastose, simili a quelle usate da Francesco Vanni; si sono riscontarti inoltre alcuni pentimenti in prossimita dei bracci della croce, successivamente coperti con la raffigurazione di nuvole. La zona inferiore, dove la presenza di sali solubili aveva creato un generalizzato fenomeno di imbianchimento, mostrava numerose ridipinture, certamente realizzate in precedenti interventi. I lati interni della nicchia, preparati come la zona centrale, ma lasciati ad intonaco bianco o probabilmente giallo, erano totalmente coperti da un pigmento rossastro steso in un restauro recente. Si notavano inoltre alcuni sollevamenti di colore e decoesioni degli strati preparatori. La pulitura ha interessato tutta la supefficie ed è stata effettuata con solventi leggeri ( alcool butilico, acetone ed acqua ) allo scopo di mantenere una parte della patina brunastra. La rimozione degli schizzi di cera è avvenuta mediante ferro caldo. Le ridipinture più tenaci sono state rimosse con fibra di vetro. Si è quindi proceduto al consolidamento della pellicola pittorica con Paraloid B72 in tricloroetilene steso in diluizioni decrescenti. Il consolidamento degli strati preparatori è stato eseguito con Primal AC33 e malta idraulica (ledan TB1). E' seguita la stuccatura delle microlacune ed il collegamento strutturale della supefficie con stucco sintetico ( polifilla ). Le zone laterali sono state pulite con acqua e desogen; tali parte sono state poi stuccate con polifilla; per il loro consolidamento è stata usata una resina acrilica. La reintegrazione pittorica è stata eseguita con colori ad acquerello: le abrasioni sono state abbassate di tono, mentre le lacune interpretabili sono state reintegrate con colori a vernice col metodo della selezione cromatica, e a tono per i piccoli ritocchi. La reintegrazione delle zone laterali è stata effettuata con tempere e acquerelli. Si è quindi proceduto a due successive verniciature: a pennello con vernice Retoucher e con Retoucherpiù Mat per nebulizzazione.

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