di Luciano Artusi e
Vincenzo Giannetti
La collina di Arcetri
Sembrano ancora oggi aleggiare sulla collina di Arcetri, lo spirito di Galileo, scrutatore dell'Universo e quello del divino Michelangelo, intento ad innalzare le difese contro il nemico durante l'assedio di Firenze del 1529-30, tanto che la città divenne in quel tempo una vera e propria fortezza.
Un angolo di villa CapponiAl Pian dei Giullari aveva posto il suo quartier generale il nemico capeggiato dal principe d'Orange, Filiberto di Chalons. Egli, sempre elegante, si dice montasse cavalli finemente bardati e indossasse armature d'argento. Da queste alture le artiglierie imperiali bersagliavano la torre di San Miniato e la sottostante città; dal campanile di San Miniato, protetto da balle di lana, il bombardiere fiorentino Lupo rispondeva con due piccoli cannoni detti "sagri".
Busto di Galileo GalileiMa questa collina è soprattutto legata al nome di Galileo Galilei, che visse gli ultimi anni della sua vita nella villa Il Gioiello, dove dettò «I dialoghi della Nuova Scienze», opera ritenuta fondamentale per tutta la conoscenza moderna.
Via San Matteo in ArcetriTratto da "Firenze e le sue colline" di Luciano Artusi e Vincenzo Giannetti . © 1997 SEMPER EDITRICE FIRENZE