"In quella desolazione mi rimase impresso l'odore del pane appena fatto da un forno che aveva ripreso a funzionare"


Testimonianza di Fabrizio Galeotti (I)

"Ero iscritto al Liceo Berchet di Milano e quando venimmo a sapere dell'alluvione di Firenze, la prof.ssa Cerchieri di Storia dell'Arte organizzò un gruppo di volontari per portare il nostro aiuto alla città e alle sue opere d'arte.

Eravamo una ventina di ragazzi diverse classi e quattro della mia, la 1 G. Ricordo ancora i loro nomi: Bruno Nacci, Leopoldo Ravizza e Ricky Clippel, un ragazzone alto che non entrava nel lettino dei vagoni ferroviari che ci avevano assegnato per dormire. Ricordo che scherzavamo sul fatto che dormiva coi piedi fuori dal letto.

Ci mandarono subito alla Cappella de' Pazzi a spalare il fango e poi andammo alla Biblioteca Nazionale a tirar fuori i libri alluvionati. Qualche giorno dopo ci spostarono fuori Firenze, in un'abbazia della quale non ricordo il nome, dove venivano messi ad asciugare i volumi completamente bagnati.

Da casa eravamo partiti tutti con le provviste di viveri e rimanemmo in tutto sette giorni. Quella settimana fu molto gratificante. Ricordo che mentre lavoravamo in Santa Croce, qualche giorno dopo il nostro arrivo, in quella desolazione sentii un odore che mi é rimasto impresso. Era l'odore del pane appena fatto da un forno aveva ripreso a funzionare. Andammo subito a comprarlo".



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Silvia Messeri & Sandro Pintus









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