"Ricordo il clima umano e alcune immagini di quei giorni: le catene umane per passare i libri dagli scaffali, i discorsi tra noi ragazzi, i viaggi, insieme ai libri, nei camion americani"


Testimonianza di Andrea Anichini (I)

"Che l'Arno non fosse d'argento a Firenze lo si era sempre saputo. Ma non si immaginava arrivasse a tanto. Avevo 14 anni. Ricordo che quella mattina percorsi con il mio babbo tutto il Lungarno dal ponte alla Vittoria fino al Ponte Vecchio. La situazione in quella zona non era ancora tragica, e ci fermammo piu' volte ad osservare con curiosita' e stupore l'acqua che usciva con piccoli getti da alcune crepe nella spalletta, il mucchio di tronchi che rotolava contro il ponte Vespucci, il fiume che si stava formando nelle strade adiacenti al ponte S.Trinita. Tornammo a casa con le scarpe in mano.

Ovviamente, e con mio sollievo, la scuola fu chiusa per un mese (ero ai primi mesi del IV ginnasio) e mi ritrovai, non ricordo piu' come, volontario all'Archivio di Stato. Quanti libri sembravano irrimediabilmente distrutti! Chi c'era con me? Non ricordo piu' i nomi e i volti di quei ragazzi e di quelle ragazze, ma ricordo l'intenzione non espressa di fare qualcosa che era dovuto, non potevamo tirarci indietro.

Dopo tutto i Fiorentini hanno sempre pensato che loro e la citta' sono la stessa cosa: le pietre, la luce, i cipressi, i monumenti e quindi, perche' no, anche i libri antichi, sono parte di un tutto che vive fuori ma anche dentro di loro e che va difeso. Questo semplice principio, e cioe' che un'eredita' culturale e artistica vive se è sentita come patrimonio di tutti, e' stato la spinta che allora mosse anche tanti giovani di altre citta' e di altre nazioni.

Devo dire che ricordo con piacere quel periodo: era la prima avventura fuori casa. Ricordo il clima umano e alcune immagini di quei giorni: le catene umane per passare i libri dagli scaffali, i discorsi tra noi ragazzi (il '68 era gia' nell'aria), i viaggi, insieme ai libri, nei camion americani. In uno di quei viaggi in camion, ricordo l'accoglienza dei frati, mi pare fosse il convento di Vallombrosa, e le penne con il sugo cucinate in un immenso pentolone nella cucina del convento...

Non abito piu' a Firenze, il lavoro mi ha portato via da piu' di 15 anni. A volte ripenso a quel periodo: che ne e' stato di tutti quei libri con la carta velina tra le pagine? Fu utile il nostro contributo per salvare quel patrimonio? Potrebbe ripetersi quell'alluvione? Forse l'occasione fornita dalla vostra iniziativa permettera' di rispondere".

Grazie.
Andrea Anichini Milano E-mail: Anichini@icil64.cilea.it



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