Filosofo, architetto, musicista, pittore e scultore
Genova 1406-Roma 1472
È una delle maggiori figure del Rinascimento, elaboratore della prospettiva matematica e teorico dell'arte. Figlio di un esiliato fiorentino, studia a Padova e a Bologna ma nel 1432 giunge a Roma come "abbreviatore apostolico" e qui esplode il suo interesse per la classicità: due anni dopo scrive la "Descriptio Urbis Romae", primo studio sistematico per una ricostruzione della città romana. Partendo dall'arte dell'antichità elabora la teoria per cui la bellezza è armonia, esprimibile matematicamente, fra il tutto e le sue parti: nel "proporzionamento" degli edifici romani sta la base della progettazione architettonica. Questa visione armonica è presente in tutte le sue opere.
Palazzo Rucellai
di via della Vigna
Nel 1434 arriva a Firenze a scopre nell'arte di Brunelleschi, Masaccio e Donatello l'affermazione dei suoi stessi principi. Protetto dai Rucellai, crea per loro due fra le sue maggiori opere fiorentine: Palazzo Rucellai di via della Vigna iniziato nel 1455 (oggi sede del Museo Alinari) la cui facciata è una pura struttura geometrica scandita da lesene e ornamenti dorici, ionici e corinzi, e l'elegantissimo Tempietto del Santo Sepolcro (1467) nella Cappella Rucellai accanto a San Pancrazio (oggi sede del Museo Marino Marini), eretto con le proporzioni del Santo Sepolcro di Gerusalemme.Nello stesso anno riceve dal Marchese Ludovico Gonzaga l'incarico di eseguire la tribuna della SS.Annunziata.
Cappella Rucellai
Tempietto del Santo Sepolcro
Completa poi la facciata della basilica di Santa Maria Novella (1470), rivestendo di marmi la parte superiore e il portale maggiore ma soprattutto coronando il tutto con un timpano triangolare all'antica e innestando ai lati due volute intarsiate che nascondono gli spioventi dei tetti delle navate laterali.
S. Maria Novella -
Timpano della facciata
Ma la maggior parte della sua attività in campo architettonico
si sviluppa altrove: a Roma come archeologo-restauratore di Santo Stefano
Rotondo e Santa Maria Maggiore; a Rimini come autore del Tempio Malatestiano
(1450), vero manifesto del classicismo rinascimentale pur nel rispetto
di una preesistente chiesa gotica; infine a Mantova, dove lascia la "summa" del
suo pensiero architettonico nelle chiese di San Sebastiano (1460) e di
Sant'Andrea (1470), che anticipa schemi tipici delle chiese della Controriforma.
Scrive intanto il "De pictura" (1436, dedicato al Brunelleschi),
il "De re aedificatoria" (1452) e il "De statua" (1464).
Se Brunelleschi costruisce, l'Alberti teorizza: dà fondamento scientifico
all'opera d'arte e nobiltà di rango all'artista, mette pittura, scultura
e architettura sullo stesso piano della letteratura e della filosofia. L'artigiano è diventato
un intellettuale.