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San Giovanni Valdarno

Fondato tra il 1296 ed il 1300, San Giovanni Valdarno è oggi uno dei principali centri del Valdarno aretino. Posta a metà strada tra Firenze ed Arezzo, in prossimità del casello autostradale A1 Valdarno, San Giovanni ha un'antica tradizione industriale ma contemporaneamente è una piccola città d'arte, ricca di episodi estremamente significativi. Circondata da colline e montagne, tra Pratomagno e Chianti, San Giovanni Valdarno ha un territorio ridottissimo, interamente addossato al letto dell'Arno, che attraversa la città. L'edificazione di San Giovanni risale alla fine del XIII secolo quando Firenze deliberò la costruzione di un castello nella pianura dell'Arno, a metà strada tra Figline e Montevarchi. Il progetto urbanistico della città è attribuito al celebre Arnolfo di Cambio il quale le diede un'impianto ordinato e razionale, molto diverso dall'architettura spontanea e disordinata che si trova in altri paesi medievali della Toscana. Il Castello, che fu circondato subito da solide mura protettive (ne restano ancora evidenti tracce), doveva difendere gli interessi di Firenze alla sua frontiera meridionale. Già nel 1342 quelle fortificazioni respingono l'attacco di Ubertini, Ubaldini e Pazzi. Tre anni più tardi si oppongono ai potenti Tarlati di Arezzo e nel 1375, dopo che già erano state rinforzate, fu roccaforte nella guerra contro il pontefice Sesto V e, due anni dopo, ospitò anche Giovanni Acuto, il celebre condottiere britannico John Hawkwood, generale della Repubblica Fiorentina.

Palazzo d'Arnolfo

1500 abitanti, per la maggior parte dediti all'agricoltura, qualche artigiano, un albergo e una casa di prostituzione: questa era Castel San Giovanni nel 1427. Fedelissimo alla Repubblica, cadde solo nel 1431 sotto gli attacchi delle truppe milanesi dei Visconti e nel 1478, sopraffatto dall'esercito papale, ancora in guerra con Firenze. Fu l'anno di una terribile epidemia pestilenziale, che ridusse la popolazione ai minimi termini. Fu in quest'occasione che, secondo la leggenda, una vecchia di 75 anni, Monna Tancia, riuscì, grazie alle sue fervide preghiere a Maria Vergine, ad allattare il nipote Lorenzo, cui erano morti i genitori a causa della peste. E proprio nel punto in cui la vecchia andava a venerare una immagine votiva della Madonna, venne costruito nel 1484 un tabernacolo che rappresenta il primo nucleo della Basilica di San Giovanni Valdarno.

 

Il Marzocco

San Giovanni, già Vicariato della Repubblica dal 1340, continuò ad ampliare la propria giurisdizione fino al 1774. Ma dal 1800 si staccò dalla madre fiorentina e, nel 1848, passò a far parte della provincia aretina, che lo annesse ufficialmente nel 1862, nonostante le proteste di 484 illustri sangiovannesi che chiedevano al re di restituire San Giovanni a Firenze. Il centro storico è molto bello. Ha mantenuto la struttura del borgo medievale, con piccolissime strade (tra cui i caratteristici "chiassi") quasi prive di sole e l'improvvisa, inaspettata apertura sulle piazze centrali, dedicate a Masaccio e a Cavour. Poste tra le due piazze principali del centro storico sorgono la Basilica ed il Palazzo d'Arnolfo. Distrutta durante la seconda guerra mondiale, poi restaurata e ricostruita, la Basilica ospita l'importante Museo di Santa Maria alle Grazie che raccoglie alcuni pezzi di grande pregio tra Quattro e Seicento toscano, tra quali una splendida Annunciazione di Beato Angelico. All'interno della chiesa, una terracotta invetriata di Giovanni della Robbia, vari affreschi (scuola di Perugino e scuola fiorentina) e l'altare maggiore su progetto di Bernardo Buontalenti. Al centro esatto del paese il bellissimo palazzo comunale o Palazzo d'Arnolfo, che, secondo Giorgio Vasari,fu progettato da Arnolfo di Cambio e più volte ampliato e rimaneggiato. Con la sua torre al centro della parete posteriore, duplice ordine di finestre e coronamento merlato, il palazzo ha una bellezza eccentrica per le abitudini costruttive toscane. Il suo fascino è indubbiamente aumentato dai numerosi stemmi di vicariato (250) che costellano la facciata principale: dal più antico del 1410 al più recente del 1772. Nell'atrio, l'originale del Marzocco, la statua che rappresenta il dominio fiorentino: il leone seduto che regge con la zampa lo scudo gigliato. Alle pareti affreschi e stemmi dipinti del Quattrocento. Inoltre in Piazza Masaccio si affacciano il Palazzaccio o Palazzo Salviati (XIV secolo) e la chiesa di San Lorenzo che preesisteva alla fondazione di Castel San Giovanni. All'interno un polittico dell'Incoronazione della Vergine del Giovanni del Biondo e alcuni affreschi, tra i quali il Martirio di San Sebastiano del fratello di Masaccio, Giovanni Cassai, detto "lo Scheggia". Vari dipinti provenienti da San Lorenzo sono oggi conservati al Museo della Basilica. Su Piazza Cavour invece si affaccia la Pieve di San Giovanni Battista del Trecento e, poco oltre, in Corso Italia, la casa natale di Masaccio (n° 83), grande pittore del Quattrocento, oggi utilizzato per mostre d'arte, seguito dalla casa di Giovanni di San Giovanni (n° 105). Ai numero 14, 20 e 30, altre tre palazzi degni di nota: Palazzo Feroni, Panciatichi e Torrini. Passando sotto la volta di Via Giovanni da San Giovanni invece, si accede alla chiesa della SS. Annunziata, un gioiello dell'architettura tardo-barocca.

 


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