"Corremmo nel corridoio vasariano sul Ponte Vecchio per salvare i quadri che erano in pericolo. Il ponte tremava e ci pareva che stesse per cedere"

Testimonianza del prof. Umberto Baldini (I)

Allora ero direttore del Gabinetto dei Restauri della Soprintendenza e venni avvisato dall'allora sovrintendente Procacci alle 7:15 di mattina. Corsi immediatamente in laboratorio di restauro ma per fortuna non c'erano segno di acqua, allora andai immediatamente verso gli Uffizi e arrivato in Via della Ninna vidi che l'acqua era già alta al punto da arrivare all'altezza di un filobus. In piazza Duomo l'acqua era arrivata a quasi un metro e mezzo e anche Piazza della Signoria la situazione era grave. Riscii ad arrivare dentro gli Uffizi con l'acqua alla vita.

Negli Uffizi cercammo di portar via tutte le opere che potevano essere salvate, c'erano opere di Giotto, Tiepolo, Mantegna, c'era la "Vergine" di Filippo Lippi. Riuscimmo anche ad elevare "L'incoronazione della Vergine" del Botticelli, che non poteva passare dalla porta per le sue dimensioni, in modo che le acque non potessero toccarla.

Messe al sicuro le opere, con la Drssa Bechelucci e il Dr Fossi, ci dirigemmo verso il corridoio vasariano sul Ponte Vecchio per salvare i quadri che erano in pericolo. Il ponte tremava e ci pareva che stesse per cedere. Ci riuscimmo e subito dopo tornammo agli Uffizi da dove dall'alto si poteva vedere la furia dell'Arno. Da lì si poteva vedere che il Ponte Vecchio stava cedendo finchÈ un camion trascinato dalla furia dell'acqua andÚ a sbatterci violentemente contro facendo crollare le mura come un castello di carte. Quel terribile impatto fece un enorme buco che diede passaggio alle acque. Quel colpo fu la salvezza del Ponte Vecchio.

Quando l'acqua calò erano le 3:30 di mattina e la città era totalmente buia.



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